In Italia, a seguito del Disegno di Legge n. 2624, il contratto di prestazione e-sportiva, è regolato dall’Art. 9, nel quale si stabiliscono le linee guida affinché si possa concludere un contratto tra il giocatore e una società. Il contratto si differenzia tra prestazione e-sportiva professionistica, dilettantistica o amatoriale; ha una durata limitata, in quanto contratto a tempo determinato; è stipulato solo per lo svogliamento di attività e-sportiva e per le prestazioni accessorie strettamente connesse alla prima; può essere rinnovato, previa comunicazione ai centri per l’impiego; il contratto è assimilato al contratto di lavoro autonomo, con l’obbligo per il giocatore di rispettare le istruzioni tecniche e le prescrizioni per il conseguimento degli scopi agonistici delle squadre e-sportive; il contratto deve essere concluso in forma scritta. Al comma 3 sono prefissati gli obblighi che devono seguire le squadre e-sportive, per cui dovranno assicurare la presenza di almeno una persona responsabile della definizione e dell’attuazione di un programma di allenamento nonché della gestione tecnica e agonistica dei giocatori, includendo anche il benessere psico-fisico; dovranno provvedere alla tutela di ciascun giocatore contro gli infortuni e le malattie professionali derivanti dall’attività e-sportiva.
In Germania, per ciò che concerne i contratti dei gamers che si stipulano, non esistono requisiti particolari per i tornei di e-sports. In generale, i contratti devono essere redatti in conformità con le leggi tedesche sui consumatori e con le altre leggi specifiche del settore.
Le disposizioni degli articoli 305 e seguenti del Codice civile tedesco (Bürgerliches Gesetzbuch = BGB) prevedono che i contratti stipulati siano trasparenti e accessibili ai partecipanti prima dell’iscrizione al torneo. Le organizzazioni o gli enti devono fornire informazioni sulle regole del torneo e sulle modalità di selezione dei vincitori e non devono portare a una discriminazione irragionevole dei partecipanti.
Il legislatore francese si sofferma su durata e forma del contratto che le associazioni o le imprese stipulano con i gamers. Infatti il contratto è un contratto a tempo determinato, a titolo oneroso, e non può essere inferiore alla durata di una stagione sportiva pari a 12 mesi; unica eccezione a questa regola è il caso in cui il contratto sia concluso nel corso della stagione sportiva, per cui può anche avere una durata inferiore a 12 mesi, nel caso in cui sia necessario per la sostituzione di un gamer per assenza del giocatore professionista o per la sospensione del suo contratto di lavoro; nella sua interezza il contratto non può eccedere i 5 anni di durata, ma non è esclusa la possibilità di rinnovarlo o di concluderne uno nuovo con lo stesso datore di lavoro; per quanto riguarda la forma, è stabilito che il contratto deve avere forma scritta, in almeno 3 copie e deve menzionare i diritti e gli obblighi in capo al datore di lavoro e al gamer professionista; deve comprendere l’identità e l’indirizzo delle parti, la data di assunzione e la durata per la quale è concluso, la designazione della posizione ricoperta e le attività alle quali il dipendente partecipa, i nominativi e gli indirizzi dei fondi di previdenza complementare e di previdenza e dell’ente erogatore della copertura sanitaria integrativa, il titolo delle convenzioni e degli accordi collettivi applicabili; infine, il contratto è inviato dal datore di lavoro al gamer professionista entro e non oltre 2 giorni lavorativi dall’assunzione; per ciò che concerne l’eventuale presenza di clausole risolutive unilaterali a titolo definitivo nel contratto di lavoro a tempo determinato del gamer professionista agonistico stipendiato, sono da considerarsi nulle; viene considerato a tempo indeterminato qualsiasi contratto concluso in violazione delle regole di sostanza e forme previste; se vi sono violazioni riguardo forma e sostanza previste nel contratto vi sarà una sanzione pecuniaria pari ad € 3.750; se vi è recidiva la pena è aumentata a mesi 6 di reclusione e multa di € 7.500.
In Spagna, l’associazione nazionale dell’industria dei videogiochi e degli e-sports delinea lo status legale del giocatore professionista, all’Art. 17, definendo il gamer professionista come un impiegato di una squadra. Il gamer deve essere vincolato da un contratto valido ai sensi del regolamento e godere dei diritti e degli obblighi che figurano nello Statuto dei Lavoratori; i giocatori professionisti hanno un contratto di lavoro stipendiato, i diritti e gli obblighi corrispondenti; ogni giocatore si allena per un certo numero di ore individualmente e segue una preparazione individualizzata; per le squadre, uno degli effetti più visibili nel paese è il proliferare dello staff tecnico con diverse tipologie di personale: allenatori, community manager, psicologi e fisioterapisti.
Nel Regno Unito, per i contratti stipulati, non ci sono requisiti specifici per i tornei di e-sports, ma qualsiasi contratto con un giocatore o contratto di torneo/competizione dovrebbe stabilire i termini essenziali come il rapporto tra le parti, gli orari, l’esclusività, il pagamento, le restrizioni, gli obblighi e i diritti di proprietà intellettuale.
Da un punto di vista strettamente contrattuale, in Corea del Sud, nel 2019 vi è stata una revisione dei contratti standard della Korea e-Sports Association, a causa della possibile presenza, nei contratti, di clausole abusive, a seguito di verifiche effettuate sui contratti dei gamers; secondo le clausole del contratto, tutti i proventi della vittoria del giocatore in competizioni e spot pubblicitari sarebbero andati alla società e, successivamente, questa deciderà quanto devolvere al gamer. Secondo i termini del contratto, la società avrebbe avuto anche il potere di trasferire il giocatore a qualsiasi altra squadra che scegliesse; invece, i giocatori, nel caso in cui avessero deciso di rescindere il contratto, avrebbero pagato il doppio della retribuzione annuale in meno di sei mesi a titolo di penale.
La KeSPA così ha provveduto alla scrittura di un nuovo contratto, che è stato revisionato dalla Fair Trade Commission (FTC), il quale contiene, ora, una retribuzione minima garantita designata ai giocatori professionisti registrati e supporto legale e sanitario.
Uno dei paesi con più elevata presenza di gamers è la Cina, e infatti, da un punto di vista strettamente contrattuale, il contratto deve essere stipulato seguendo il diritto contrattuale applicabile e altre leggi della Repubblica Popolare Cinese, come le leggi sulla protezione dei dati e sulla proprietà intellettuale.
Le organizzazioni devono inoltre essere consapevoli dei potenziali problemi di conformità, requisiti di archiviazione e implicazioni fiscali (ad esempio, contratti con giocatori minorenni, problemi di visto).